Filmanto dello scoprimento della lapide.
* Venerdì 20 – Museo Risorgimento – h. 16,30– Mario Di Napoli scopre la lapide commemorativa del 70° fondazione AMI (1943) a Milano
Chico Sciuto legge l’incisa evocazione il cui testo venne stilato dal compianto Prof. Arturo Colombo
- presenti una trentina
* h. 17 Presentazione del volume “Il cuore della Repubblica” – Presenti circa 50 persone, una decina di AMI Milano tra i quali la nostra Maria Pia Roggero autrice del saggio “Giuseppe Tramarollo e la sua Associazione Mazziniana Italiana” (1961 – 1985). Presente pure Michele Finelli autore del saggio “Anticipare il futuro” – Sara Samori autrice del saggio “Dalla Resistenza alla Repubblica” – assente.
In cattedra il moderatore Antonio Carioti, Barbara Bracco, Giovanni Scirocco, Mario Di Napoli assenti gli annunciati Giuseppe Monsagrati e Marina Tesoro. Partecipa fuori programma: Roberto Balzani. Avvincenti e appassionatissime le tre relazioni
Sabato 21 - h. 9,00 Monumento Mazzini – circa trenta persone – Deposito corona di alloro e foto di gruppo
* h. 10,30 Umanitaria – tavola rotonda su “Lo Stato della Repubblica” – Relatori: Giorgio Rebuffa - Roberto Balzani – Mario di Napoli – Giacomo Properzj e Paolo Lorenzetti (nella qualità di segretario – Sezione Milanese M.F.E.) Moderatore: Antonio Caponetto
– presenti circa settanta, convenuti da sezioni di tutta Italia, compresa Cagliari, Trento, Trieste, Gorizia, Napoli e Palermo (le più lontane).
Di grande interesse le esposizioni dei relatori, concentrate sulla problematica italiana, sull’incognita USA/Trump, sulle elezioni in Francia e Germania, con particolare dissertazione dedicata alla Comunità Europea ed al significativo ruolo dell’Italia.
Dopo il pranzetto nel ristorante locale, un gustoso piatto unico, dolce e caffè offerti da AMI Nazionale ad una cinquantina di commensali; dalle 15,00 fino alle 18,30 si è tenuta la riunione della D.N. AMI allargata ai presidenti delle sezioni AMI, ai segretari, ai past-presidents, in tutto una trentina.
Dopo la prolusione del Presidente si sono succeduti numerosi interventi, tutti a titolo personale, anche se in esordio veniva ricordato il nome e la sezione di appartenenza.
Voglio ricordare, fra tutti:
a) l’intervento di Daniele Massarri presidente AMI – Piombino un uomo ancor giovane, pieno di passione ed entusiasmo il quale ha enumerato le iniziative e le realizzazioni in corso e periodiche di AMI –Piombino
b) l’intervento di Alessandro Andreini di Livorno, uomo ispirato a valori mazziniani, appassionatamente impegnato in molteplici obbiettivi, primo fra i quali la collocazione del busto di Mazzini in Santa Croce. Ha lamentato la mancanza della “Costituzione Europea” annunciando che uno storico livornese è pronto e documentato per elaborare l’importante documento, ed ha auspicato l’adesione di AMI Nazionale.
(Osservo che analogo auspicio fa parte del programma elaborato dal Comitato Regionale Lombardo, la cui lettura è disponibile sul sito AMI).
A me, presidente della sezione milanese, è stato accordato di aprire la tornata con la lettura del mio intervento che troverete accluso alla presente ed in proposito del quale preciso quanto segue:
1) è a titolo personale
2) tutte le evidenze in termini di riforme realizzate sono documentate
3) anche ogni richiamo agli apprezzamenti internazionali su Matteo Renzi e sulle riforme del Governo è documentato
Quindi non si tratta di opinioni personali, bensì di fatti concreti.
Mia opinione è invece il giudizio conclusivo sull’esito referendario e l’auspicio per il futuro del “Sistema Paese”.
Mi piace ricordare che Alessandro Andreini ha concluso la sua esposizione dichiarandosi completamente in linea con il mio intervento.
Importante, infine, la decisione nazionale di partecipare, unitamente al movimento federalista, alla manifestazione indetta per il 25 marzo 2017 a Roma in contemporanea col vertice dei Capi di Stato e di Governo, a sostegno dell’appello “Cambiamo rotta all’Europa”.
Concludo ringraziando Maria Pia Roggero, Giacomo Properzj, Paolo Lorenzetti e Chico Sciuto per il prestigio procurato alla nostra sezione.
Un fraterno saluto.
Il Presidente della sezione milanese
Eros Prina
COMPENDIO INTERVENTO AMI CONSIGLIO NAZIONALE ALLARGATO
21 GENNAIO 2017
Apro il mio intervento con la lettura delle tre righe inviate il 24 ottobre scorso al Corriere, dopo aver letto l’articolo pubblicato il 19 ottobre dal titolo “Meno contratti stabili e più licenziamenti”.
Ve le leggo:
Confortante leggere che le “uscite per giusta causa” o “giustificato motivo soggettivo” sono in crescita del 28% (da 36.000 a 46.000) grazie alla introduzione del jobs act: una svolta che rappresenta un implicito riconoscimento per i lavoratori responsabili e consapevoli non solo dei propri diritti ma anche dei loro doveri.
Altro conforto è stato l’apprendere in questi giorni che sia i “furbetti del cartellino”, sia i finti invalidi vengono licenziati in virtù della vigente Riforma della Pubblica Amministrazione, nota come la Riforma Madia. Mi piace ricordare, in proposito, che una delle mie due comunicazioni al Congresso dei Dottori Commercialisti tenutosi nel 1970 all’EUR, era titolata “Il problema dei problemi italiani ovvero la riforma burocratica”.
Una riforma invocata e perseguita da decenni la cui attuazione basterebbe da sola ad illuminare l’operato di un Governo. Non intendo, tuttavia, sminuire la valenza dell’altra legge destinata al
sistema produttivo privato, nota con il nome di Jobs Act i cui effetti positivi, apprezzati anche dagli investitori stranieri, sono in continuo seppur lento miglioramento.
L’impronta che caratterizza queste due riforme è il rispetto dei doveri imposto sia ai datori di lavoro, sia ai lavoratori, con la conseguente sterilizzazione della pervicace difesa che le forze sindacali, e una certa componente della magistratura, hanno impugnato per decenni a sostegno incondizionato del diritto al posto di lavoro, ignorando, appunto, i rispettivi doveri.
E noi mazziniani sensibili per scelta, tradizione ed ispirazione al valore de “I doveri dell’uomo” dovremmo essere i più qualificati per valutare l’importanza delle due riforme dianzi commentate.Però ritengo che anche la Riforma del Terzo Settore meriti un lodevole apprezzamento perché è rivolta al riconoscimento e al potenziamento dell’operosità e dell’impegno di almeno tre milioni di cittadini,
controfaccia sociale dei dolosi furbetti, ma anche dei numerosi qualunquisti apatici e scettici, quella moltitudine che nel lontano 1925 (anno della mia nascita) Einaudi definiva “rozzi, incolti e procaccianti” Altra riforma incisiva è quella denominata “La buona scuola”, le cui prescrizioni, calate nella variegata realtà dell’istruzione pubblica, stanno ottenendo non solo accondiscendenze, ma soprattutto clamorose critiche meritevoli di attenzione per i necessari aggiustamenti.
L’attività riformatrice ha interessato anche i beni culturali, con riflessi positivi sul turismo; il rilancio dell’agricoltura; la nuova legge “Dopo di noi” per assicurare l’assistenza postuma a persone con gravi disabilità; il divorzio breve; il canone Rai; lo scioglimento di Equitalia; ecc.
Ricorderete che il settembre scorso OBAMA, in pieno G20 in corso a Hangzhou, ha espressamente citato, come modello da seguire, le riforme messe in campo dal Governo Italiano per far ripartire il Paese. Da sottolineare, infine, la svolta dignitosa impressa ai rapporti con l’Unione Europea.
In generale è la crescita della fiducia dei consumatori e degli imprenditori che da alcuni mesi a questa parte si manifesta, evidentemente stimolatadalla constatazione che lentamente ma costantemente l’occupazione cresce.
E’ vero che l’Istat, contestualmente all’aumento dell’occupazione, segnala anche l’aumento della disoccupazione giovanile (il che appare contraddittorio ad una prima lettura): ma quando si legge che tale aumento è determinato dalla scelta di migliaia di giovani di uscire dalla compagine dei rinunziatari per immettersi nella schiera degli aspiranti lavoratori (appunto i disoccupati), si capisce che anche questa scelta è un segno di fiducia nel futuro.
Un episodio sintomatico l’ho vissuto ascoltando una trasmissione serale (Piazza Pulita) laddove, alla domanda del conduttore circa l’indicazione della loro alternativa a Matteo Renzi, il giornalista Damilano (Repubblica) proponeva De Magistris (e non vi dico il brusio dei presenti), mentre il
secondo autorevole giornalista (non ricordo il nome) di Libero (quotidiano notoriamente contrario a Matteo Renzi) sviluppava il suo pensiero in questi termini: “Matteo Renzi ha dimenticato di essere un giovane di 41 anni. Avesse abbandonato totalmente l’arengo politico, dopo qualche tempo si
sarebbero recati da lui in ginocchio per convincerlo a ritornare”. Una fantastica omologazione.
Concludo ribadendo la mia fiducia nell’uomo Renzi e nelle sue speciali doti di leader, piuttosto stimato anche dai referenti stranieri tanto che poco tempo fa un importante uomo politico statunitense, il Segretario di Stato Kerry, lo ha definito “una risorsa per l’Italia e per l’Europa”.
Sta scritto che solo l’inerte non commette errori e che chi ha cessato di imparare è vecchio.
E se lo sciagurato esito referendario ha un merito, è quello di aver contribuito ad ampliare l’esperienza di Matteo Renzi, al quale incombe oggi il dovere di gestire accortamente, per il bene del Sistema Paese, la scelta compatta di 13 milioni di Sì.
Un fraterno saluto a tutti.
Eros Prina
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